Il Toro dura un tempo: Gatti e Milik, la Juve si prende il derby

TORINO – Il derby della verità, della doppia verità, come l’avevamo definito alla vigilia, consegna risposte parziali sul versante juventino, mentre su quello granata regala una mezza certezza. Anche se è più corretto parlare di mezzo derby: nei primi 45 minuti accade il nulla, il vuoto pneumatico dal punto di vista tecnico, tattico ed emotivo. Alla fine la Juventus incassa tre punti con uno sforzo minimo e deve ringraziare Milinkovic-Savic che di fatto risulta il vero assist-man dei bianconeri con due “papere” in uscita alta su angolo. Ridurre una partita a due interventi sbagliati di un portiere è sempre operazione ardita, allora rimoduliamo il concetto: il risultato è figlio delle due uscite completamente sbagliate. Sul piano del gioco si è visto poco su ambo i fronti, con un Torino che parte con qualche trama in più, però destinata a risultare pericolosa come l’ago di uno spillo. Perché se giochi con una punta sola, Zapata, non fai paura a nessuno.

La Mole piange

Il primo tempo regala due certezze: sotto la Mole si gioca male a pallone. Parlare poi di spettacolo sarebbe operazione da archiviare alla lettera B… di blasfemia. La Juventus, per paura di scoprirsi, risulta sotto il minimo sindacale a livello di propositività bissando i livelli anemici di Bergamo contro l’Atalanta, mentre il Toro prova a giocare con qualche fraseggio ma, appunto, con il solo Zapata in avanti non può fare paura (a proposito, perché tenere Sanabria in panchina e non giocare a due punte, visto cosa offre Seck?). Allegri prova a fare di necessità virtù e così con Chiesa e Vlahovic in tribuna opta per il solo Kean di punta e Miretti a girargli intorno (molto in teoria) nei panni di fantasista, mentre a metà campo c’è la conferma di Locatelli in regia con Rabiot al fianco.

Sul versante opposto ecco McKennie, riportato nel ruolo di mezzala regalando la fascia destra a Weah, con Kostic a sinistra. In difesa, promosso Gatti con la coppia brasiliana Danilo-Bremer. Dall’altra parte del campo, Juric deve rimodellare il Toro soprattutto in difesa per via del ko di Buongiorno e delle condizioni non ottimali di Sazonov e Zima. Così disegna un 3-4-2-1 in cui Zapata è l’ariete, Vlasic e Seck i due fantasisti, Ilic e Ricci i centrocampisti affiancati sulle fasce da Bellanova e Lazaro, mentre la retroguardia vede Tameze-Schuurs e Rodriguez. La cronaca della prima frazione è povera, anzi poverissima: solo il gol al 5’ di Kean con un destro violento da dentro l’area grazie a un’amnesia della difesa granata, però l’attaccante è in fuorigioco per cui la rete viene annullata. Quindi un paio di fiammelle con Lazaro e Kostic che non trovano lo specchio. E basta! Con i granata che vincono il possesso palla nella prima parte della frazione, dove nel finale i bianconeri recuperano, ma di azioni da gol manco l’ombra.

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Altra musica

La ripresa vede la Juventus con Milik al posto di un evanescente Miretti e al 2’ ecco la rete della Juventus sugli sviluppi di un corner: Milinkovic-Savic esce a vuoto, conseguente tocco involontario di Tameze che permette a Kean di andare in rovesciata, palla ribattuta e Gatti si avventa per segnare la sua prima rete in Serie A. Il Toro accusa il colpo, tuttavia resiste cercando di rimettere in equilibrio il match. Un’operazione che dura meno di un quarto d’ora, visto che all’ora di gioco Milinkovic-Savic regala un altro saggio di come non si deve uscire su corner: va a vuoto e Milik, proprio lui, insacca il raddoppio di testa dopo essere riuscito a sfuggire alla marcatura di uno Schuurs poco attento nell’occasione.

Sul 2-0 la tensione granata inevitabilmente scende, difficile crederci, e il segnale tardivo di Juric che inserisce Sanabria solo al 70’ per Seck, candidato a prossimo ospite di “Chi l’ha visto?”, non stimola a credere nella rimonta. Finisce 2-0 per la Juventus che avvicina l’Inter e resta a ridosso della zona scudetto in piena area Champions, mentre dall’altra parte potrebbero essere guai per Juric, che non aveva neanche convocato Radonjic per incomprensioni verosimilmente caratteriali. Domanda: ma si deve litigare proprio alla vigilia del derby con il giocatore più talentuoso che si ha?

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